Un tardo pomeriggio sfidando il meteo e sperando di aver avuto l'intuizione giusta ... in un mondo dove tutto è già stato scritto e tutto è relativamente scontato risalire una vetta con la bici per me vuol dire saziare la curiosità di un posto nuovo e possibilità di vivere una piccola avventura, due cose di cui francamente non riesco più a fare a meno. Quindi, soliti dubbi: "cosa mi troverò ad affrontare oggi" ... "riuscirò a trascinarmi la bici fino in vetta" ... e sopratutto "avrò osservato bene carte e foto aeree in modo da riuscire ad affrontare la discesa in sella e non tornare a casa con quella sensazione di "ciclopirlata andata male!" ... oggi con Simone, peraltro alla sua prima recensione su cicloalp! ... attacchiamo il Bec Baral un castelletto di roccia che domina Limone Piemonte seguendo la linea di cresta nord/sud ... la quota 2130 m dice che la vetta è "bassa", ma il numero non sarà proporzionale alle soddisfazioni; ve lo diciamo così, senza falsa modestia, si tratta di una grande intuizione cicloalpinistica che francamente è andata oltre ogni più rosea aspettativa!
Bobo
L’avventura inizia con un messaggio di Bobo che dice “... venerdì potrei partire all’una e prendere il pomeriggio ... l’anno scorso abbiamo fatto dei bei giri con questa formula ...”
La voglia sicuramente è tanta e così, dopo una mattinata di lavoro, pronti via!
Direzione Bec Baral, Val Vermenagna, di cui non siamo riusciti a trovare uno straccio di notizia in rete di precedenti cicloalpinistici, ma le serpentine sulla cartina e le viste aeree di GoogleEarth fanno ben sperare, al limite sarà comunque una nuova esplorazione ... riguardo alla ciclabilità, vedremo!
Alle 15.30 si parte da Vernante, direzione Palanfrè, strada che abbandoniamo dopo circa 4,5 chilometri per prendere il bivio a sinistra verso Folchi.
Da qui, a quota 1020 m, inizia una piacevole sterrata che con pendenza regolare ci porta sino all’ampio pianoro di quota 1520 m ove, in corrispondenza del Gias Creusa, termina la parte pedalata.
Sino qui è stata un’ottima via di salita, non fosse per il caldo umido da giungla tropicale.
Attraversiamo il torrente Rio Grande su due passerelle di legno e tra le mucche iniziamo il portage che definiamo “ripido ma fluido” ... tutto bene non fosse per l’impressione di camminare in un campo di patate! I ripetuti passaggi delle mucche aiutano sicuramente a tenere libero dalla vegetazione il sentiero ma allo stesso tempo contribuiscono a mantenerlo arato.
In breve giungiamo al colle a quota 1850 m e ci concediamo uno spuntino, giusto il tempo di vedere spuntare Limone in basso, ma soprattutto alla nostra destra i ripidi pendii nord del Bec Baral, cosa che mi fa pensare che da qui in su non sarà una facile passeggiata.
Lasciamo a sinistra il sentiero per la Costa degli Artesin ed il colle Arpiola per puntare decisi verso il Bec Baral. Saliamo tra i mirtilli con pendenze in forte aumento sino ad arrivare ad un paio di salti di roccia ove il passaggio con le bici in spalla non è dei più agevoli, servirebbe una mano in più per riuscire ad aggrapparsi meglio anche perché con l’apertura delle nuvole i ripidi pendii ai due lati dei passaggi ci fanno capire che perder l’equilibrio in quei tratti non sarebbe una grande idea ...
Superati questi passaggi, decisamente più facili per l’escursionismo (via di salita riportata EE) che per il portage raggiungiamo i prati sommitali ed ebbene sì ... vediamo la Madonna!
Non una visione mistica ma siamo finalmente sulla cima del Bec Baral a quota 2130 m, con la Madonnina di bronzo eretta su un grande piedistallo in pietra.
La fatica e le difficoltà ci sembrano già lontane non appena dalla cima si diradano le nuvole e ci appare il sentiero di discesa, che sembra essere stato disegnato da un antenato di Bobo!
Subito in sella dalla vetta, ci lanciamo sul primo tratto con alcuni salti di roccia sino al crinale sottostante, ove la traccia gira decisa a sinistra verso Limone con una sequenza di tornanti da urlo! Non per tutti da fare senza penalità ma con l’aiuto di qualche piede nei punti più stretti riesco a sentire le continue urla di gioia di chi mi precede… molto a suo agio nel parco giochi, tra un nose e l’altro!
Quasi 500 metri di dislivello dalla vetta prima di incrociare una strada più larga tra i pascoli, che però abbandoniamo subito per risalire (vedi anche itinerario “Monte Vecchio”) con un pò di spintage alternato a tratti pedalati verso il colletto “ex Croce di Baral” a quota 1757 m, sul crinale tra il Bec Baral ed il Monte Vecchio. Speravamo di evitarlo ma ecco puntuale ci raggiunge il solito temporale, fortunatamente non forte ma che, tramutato in pioggerella, decide di accompagnarci sulla via del ritorno.
Arrivati al colle Arpiola (1740 m) rinunciamo così a proseguire per il Monte Vecchio e scegliamo la via di discesa verso i Tetti Berch con un sentiero che ci regala una degna conclusione. Decisamente più facile della parte alta dal Bec Baral ma molto flow e divertente, con parti panoramiche sul crinale alternate a tratti nel bosco dove alcune curve non sfigurerebbero in un bike park. Con qualche tratto su pietra resa più infida dalla pioggia raggiungiamo infine il fondovalle e ci ricolleghiamo sulla strada Vernante-Palanfrè subito a valle del bivio di salita.
Un giro decisamente ricco di emozioni, con una salita in portage non delle più semplici ma una discesa davvero appagante!
Anello Vernante - Folchi - Tetto Babòa - Gias Creusa - Bec Baral - Croce Baral - Colle Arpiola - Tetti Berch - Vernante
Presenze: Bobo, Simone
Quota di partenza: 785 m (Vernante)
Quota max: 2130 m (Bec Baral)
Dislivello: 1500 m circa
Ciclabilità in salita: 65%
Ciclabilità in discesa: 99,9%
Difficoltà: BC/OC+
M3-T4-E4
Sviluppo: Km 26
Direzione Bec Baral, Val Vermenagna, di cui non siamo riusciti a trovare uno straccio di notizia in rete di precedenti cicloalpinistici, ma le serpentine sulla cartina e le viste aeree di GoogleEarth fanno ben sperare, al limite sarà comunque una nuova esplorazione ... riguardo alla ciclabilità, vedremo!
... che emozione la serpentina vista dal vivo!!! |
Da qui, a quota 1020 m, inizia una piacevole sterrata che con pendenza regolare ci porta sino all’ampio pianoro di quota 1520 m ove, in corrispondenza del Gias Creusa, termina la parte pedalata.
Sino qui è stata un’ottima via di salita, non fosse per il caldo umido da giungla tropicale.
... eccolo che spunta dalle nebbie ... |
In breve giungiamo al colle a quota 1850 m e ci concediamo uno spuntino, giusto il tempo di vedere spuntare Limone in basso, ma soprattutto alla nostra destra i ripidi pendii nord del Bec Baral, cosa che mi fa pensare che da qui in su non sarà una facile passeggiata.
... parte verde, ripido è ripido ... |
... parte"minerale", sempre ripida ... |
Non una visione mistica ma siamo finalmente sulla cima del Bec Baral a quota 2130 m, con la Madonnina di bronzo eretta su un grande piedistallo in pietra.
... Bec Baral 2130 m ... |
Subito in sella dalla vetta, ci lanciamo sul primo tratto con alcuni salti di roccia sino al crinale sottostante, ove la traccia gira decisa a sinistra verso Limone con una sequenza di tornanti da urlo! Non per tutti da fare senza penalità ma con l’aiuto di qualche piede nei punti più stretti riesco a sentire le continue urla di gioia di chi mi precede… molto a suo agio nel parco giochi, tra un nose e l’altro!
... partenza in bici dalla vetta! |
... discesa superlativa ... |
Un giro decisamente ricco di emozioni, con una salita in portage non delle più semplici ma una discesa davvero appagante!
Simone
... tornanti su tornanti sotto il Bec Matlas ... |
Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:
Dati del giro:Anello Vernante - Folchi - Tetto Babòa - Gias Creusa - Bec Baral - Croce Baral - Colle Arpiola - Tetti Berch - Vernante
Presenze: Bobo, Simone
Quota di partenza: 785 m (Vernante)
Quota max: 2130 m (Bec Baral)
Dislivello: 1500 m circa
Ciclabilità in salita: 65%
Ciclabilità in discesa: 99,9%
Difficoltà: BC/OC+
M3-T4-E4
Sviluppo: Km 26
1 commento:
Consiglio per chi ha tempo di attaccarci la salita al M.Vecchio che merita sempre e permette di fare una discesa interminabile!
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