Valle Pesio
La prima uscita annuale sopra i 2000 m Un singolare inverno ci ha regalato nevicate tardive che, seppur facendoci gioire se armati di sci o snowbord, ci obbliga alla pazienza del disgelo prima di affrontare gli itinerari in quota più impegnativi. Oggi ripercorriamo le orme di Bobo e Wild che con le loro ruote "grassoccie" hanno solcato la cima Jurin la settimana prima, panoramica vetta posta sullo spartiacque Pesio/Vermenagna, di altezza modesta ma posta in ambiente grandioso e traiettorie soleggiate.
Marco M.
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... la vetta dello Jurin nella spedizione di 10 giorni prima ... |
L’itinerario di salita fino al Monte Jurin è pressoché identico a quello descritto nell’Anello di cima Mirauda (
clicca) anche se la stagione e i panorami sono diversi: dai colori caldi dell’autunno all’esplodere di luce, verde brillante e rododendri del giro odierno.
Di buon ora, e con aria frizzante, leviamo gli ormeggi dal Pian delle Gorre dove lasciamo l’auto e ci dirigiamo spediti verso il Passo del Duca. La salita inizia su una larga sterrata che lascia presto il passo ad una scorrevolissima traccia che sale con costanza attraversando inizialmente pittoreschi boschi di abeti e latifoglie.
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... la via di arroccamento al Passo del Duca ... |
Superato il Gias degli Arpi (fonte) si prosegue con tratti sempre piacevolmente pedalabili e scorrevoli, fatto salvo qualche tratto breve più ripido ed energico su fondo sassoso. Fuori dal bosco lo sguardo si spalanca su pareti calcaree impressionanti: stiamo percorrendo una strada militare che dopo una serie di tornanti disegnati ci porta al Passo del Duca (1989 m) dove la vista si perde nella Conca delle Carsene ed in un mare di doline calcaree.
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... il Marguareis dal Colle del Prel (1945 m) ... |
Con breve e divertente discesa costellata di rododendri, costeggiamo la Testa Murtel e planiamo sul Gias dell'Ortica (1855 m). Per un attimo, al bivio per il colle del Carbone, ci viene la malsana idea di proseguire in direzione Colle di Tenda (la traccia serpeggia sinuosa tra le doline calcaree) e risalire la cresta della cima della Fascia (
clicca) per provare a tentare un ricongiungimento articolato sullo Jurin dal versante opposto … lasciamo l’idea ad ulteriori approfondimenti e risaliamo con comodo portage la traccia verso il colle del Carbone. Alcune nuvole accarezzano l’orizzonte e presto ci raggiungono: nonostante i panorami sacrificati lo spettacolo è davvero suggestivo!
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... entriamo nella Conca delle Carsene ... |
Ci concediamo una breve deviazione per raggiungere la vetta del Bric Bassa del Carbone: risparmiandoci le gambe spingiamo la bici su una specie di rampa di lancio erbosa, la ripercorreremo in discesa ad una velocità media di 90 km/h per essere in un battito di ciglia di nuovo sul sentiero per il Monte Jurin ormai vicinissimo. Superiamo con qualche acrobazia un nevaio tardivo e continuando il nostro portage, siamo in vetta: la vista si apre su Limone e la Val Vermenagna, facendoci scorgere ampie chiazze bianche nelle zone esposte a nord della cima Fascia: evidentemente i nostri propositi avrebbero potuto condurci ad una bella uscita scialpinistica ...
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... la Cima della Fascia dalle Carsene ... |
Ora è il momento di affrontare la discesa: torniamo per un brevissimo tratto sulle nostre tracce per intercettare un sentiero che con tratti mai troppo impegnativi sfiora la cima Baban; Bobo ci racconterà che un pezzo assolutamente imperdibile è la discesa della cresta dello Jurin che con 100 metri fuori traccia segue la linea di crinale per poi ricongiungersi al sentiero principale.
Quindi dopo aver costeggiato la Cima Baban e la Punta Melasso, poco prima di affrontare la salita per la Cima Mirauda, abbandoniamo la cresta e ci tuffiamo verso il Gias Vaccaria Soprano ben visibile sotto di noi (lato Pesio). Qui la discesa si fa complessa e avventurosa: la traccia è poco visibile, si perde in mille varianti possibili che vanno ricercate con cura e con un pizzico di fortuna, che noi ovviamente non abbiamo, finendo sovente su cespugli folti e tratti rocciosi difficilmente praticabili.
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... il crinale dello Jurin in un'immagine di repertorio (anno 2013) ... |
Un tratto di puro free-ride! Sicuramente la visibilità diminuita a causa della rigogliosa vegetazione non è d’aiuto e arriviamo al Gias ormai invasi da nuvole basse. Il tratto seguente, dopo un po’ di difficoltà ad essere agganciato, si presenta più percorribile del precedente ma con gli stessi problemi di individuazione. Al gias Vaccarile Sottano, e dopo un ultimo attraversamento di felci, siamo sulla comoda ed evidente traccia del sentiero H11. Questo tratto è davvero infinito e si snoda su un bel fondo scorrevole e molte curve precipitando verso valle: pur non essendo mai difficile o insidioso è davvero godibile. Molliamo i freni e ci godiamo questo lungo tratto fino alle suggestive cascate del Saut dove una foto di rito è obbligatoria. Dopo una breve risalita siamo al rifugio Pian delle Gorre. Il gps segna 1480 mt di dislivello: impossibile da accettare! Dopo qualche saliscendi da veri ciclopirla intorno al rifugio, raggiunta quota 1500 mt tondi tondi, appagati e felici, parcheggiamo i mezzi e ci concediamo la nostra meritatissima birra di fine giro.
Marco M.
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... valle Pesio, terra di cascate ... |
Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:
Dati del giro:
Pian delle Gorre – Gias degli Arpi -Passo del Duca - Gias dell'Ortica - Colle del Carbone – Bric Bassa del Carbone - Monte Jurin - Colle Vaccarile – Gias Vaccarile Soprano – Gias Vaccarile Sottano – Gias Fontana – Cascate del Saut
Presenze: Marco, Andrea
Quota di partenza: 1032 m (Pian delle Gorre)
Quota Max: 2192 m (Monte Jurin)
Disl.: 1500 m
Ciclabilità salita: 80%
Ciclabilità discesa: 90%
Difficoltà:
BC+/OC
M3-T3-E2
Sviluppo: 24 km
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