L'album delle figurine in Valle è quasi pieno... ma ecco spuntare dalla fervida fantasia di Bobo un "Manca" di tutto rispetto, che con qualche piccola fatica regala discese in un ambiente solitario e integro, finora trascurato dai bikers.
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Si torna in Valle, con Chiara e Mirella che ci seguono in un giro di pura scoperta.
Lasciata l'auto nello slarghetto al sole (oggi bello fresco!) poco prima di Callieri (1430 m), saliamo in relax la strada asfaltata e poco prima di S. Bernolfo imbocchiamo a sinistra la classica, sempre duretta, salita al rifugio del Laus, oggi trafficatissima di bovini transumanti.
Al colletto prima del lago (1920 m) breve deviazione a piedi per il bunker ancora in ottime condizioni che sorvegliava il passaggio, poi affrontiamo con calma i tornanti della bella strada che in un'oretta raggiunge la ex-caserma e i magnifici Laghi di Collalunga (2429 m).
Aggiriamo così la panoramicissima conca, su una mulattiera ancora in discrete condizioni, arriviamo a un poggio con una ex cannoniera e scendiamo brevemente (ruderi di casermetta) al Colle della Seccia (2561 m). Splendida apertura su Marittime e Cozie, e la mulattiera ci invita a scendere con bei tornanti al sottostante laghetto.
Costeggiato a sinistra lo specchio d'acqua, proseguiamo in mezzacosta su una bella traccia, con qualche tratto rovinato, che taglia il ripido pendio W della Rocca. A quota 2420 circa si prende a salire su un sentierino stretto ed esposto, sorvegliato da un maestoso stambecco che ci controlla dalla cresta. Qualche passaggio franato, un po' di tornanti in "portage" e andando piano ci godiamo la vista impagabile sull'aspro vallone che ci separa dal gruppo del Corborant.
Lasciate le bici al colletto (2580 m) facciamo una breve deviazione alla Rocca di S. Bernolfo (2681 m), e le nubi che si addensano non ci impediscono di ammirare il panorama strepitoso.
Via, si scende! Ci affacciamo sul selvaggio vallone del Chiot della Roccia e il primo tratto del sentiero, completamente franato, ci obbliga a scomodi passaggi bici in spalla, poi montiamo in sella per una prima impegnativa serie di tornantini. Un traversone a fianco di un'impressionante guglia ci porta alla parte centrale della discesa, forse la più entusiasmante, con bei curvoni in mezzo a un ambiente selvatico tutto sassi e frane.
A un falso colletto sorprendiamo un numeroso branco di camosci, poi continuiamo la discesa verso i primi boschetti dove la mulattiera si allarga e il fondo migliora notevolmente. Alternando tratti piacevoli a qualcuno un po' più dissestato planiamo alla fine sul colletto sopra il rifugio.
Veloce discesa a S. Bernolfo, poi per rientrare a Callieri tentiamo la ex, molto ex, strada di destra che arriva direttamente in paese. Purtroppo il totale abbandono ha trasformato più di metà del percorso in una pietraia... ma almeno abbiamo la soddisfazione di una discesa 100% abitumica!
Una bella sorpresa scendere, con divertimento, un vallone che tutti pensano appannaggio esclusivo dello scialpinsmo... e un grazie speciale a chi, tre generazioni fa, ha faticato per realizzare queste opere. Ogni metro della gita si è svolto infatti sull'antica viabilità militare - un patrimonio delle nostre Alpi che meriterebbe un po' più di attenzione da parte di chi amministra il territorio!
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Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:Dati del giro:
Anello Callieri - rif. Laus - laghi di Collalunga - colle della Seccia - colletto di S. Bernolfo - rif. Laus - Callieri
Presenze: Roberto, Bobo, Chiara, Mirella
Quota di partenza: 1430 m (Callieri)
Disl: 1400 m (+ 100m per la cima)
Ciclabilità salita: 80 %
Ciclabilità discesa : 95%
Difficoltà: BC+/OC (salita/discesa)
Sviluppo: 24 Km
3 commenti:
Fatta ieri. La discesa dal Colle della Seccia è in splendide condizioni (il lago in compenso è secco), tutta in sella finché non inizia la risalita. Questa invece l'ho trovata più lunga del previsto, anche perché fra protezioni e sella bassa ho camminato pure i pezzi ciclabili. Nella discesa successiva non ho trovato frane, se non qualche piccola erosione causata dai soliti tagli, ma la prima parte è da fare a piedi in ogni caso per l'esposizione. Poi tutto in sella fino in fondo.
Non ho capito invece dove si fa scialpinismo nel Chiot della Roccia.
Ciao ragazzi. Fatto ieri integralmente. Giro sempre spettacolare ma era la prima volta che lo percorrevo in MTB. Approfitto del commento per segnalare che il giro è stato completamente "rinfrescato" con tacche di vernice e ometti su tutto il percorso, oltre a qualche tratto leggermente esposto che è stato attrezzato con catene nella parte di risalita a spinta nel vallone di Seccia. Inoltre anche l'ultimo tratto di discesa prima del rifugio Laus è stato risistemato: tagliati arbusti e vegetazione che intralciavano il passaggio e sistemato il fondo a colpi di vanga. Come rimarcato nella relazione, tolto il primo tratto di discesa, il resto è completamente pedalabile e in un ambiente spettacolare!!! Fatelo!
ciao, avevo avuto notizie sui recenti lavori di ripristino ... ti ringrazio molto del commento un saluto e buone pedalate
Bobo
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