Torniamo in questo angolo di Alpi che ci regala un altro grande giro su terreno duro e senza compromessi. Zero bitume, pochi metri di sterrati, sentieri ... sentieri ... sentieri. L'esagerata bellezza dei panorami e la campionatura completa delle difficoltà ciclistiche su due grandiose discese, ne fanno una gita di altissima classe, da intraprendere in piena estate e in ottima forma.
woof & Bobo
Per questa nuova uscita "cinghialpinistica" in occasione del trentesimo compleanno del buon "Wild" si riunisce il peggio dei devoti del "portage", anche se alla fine il giro risulterà più pedalabile del previsto. Parcheggiata l'auto a Sant'Anna di Bellino si scopre che qualcuno ha lasciato lo zaino a casa ... iniziamo bene!!! L'incontro con un local, il buon "Paolo di Piasco", al quale illustriamo i nostri progetti, non dà morale: lui ci guarda perplesso, forse subito crede che lo stiamo prendendo in giro, poi si convince che siamo completamente fuori di testa e scommette una bevuta se mai riuscissimo a concludere l'impresa ... vivi!!! ... in realtà è convinto che pernotteremo in qualche posto di fortuna in France!
E via, gita dura da subito, seguiamo le indicazioni per il colle di Bellino e il colle Autaret, pedalando lo sterrato (ponticello sulla destra dopo l'ultimo parcheggio) che con dure rampe, rese infide dalle piogge notturne, monta al già assolato Pian Ceiol (2060 m), poi recuperiamo un po' di frescura infilandoci nel vallone delle Barricate e usciamo sugli splendidi pianori soprastanti, punteggiati da antiche baite, alternando tratti a spinta con piacevoli traversi pedalabili e qualche piccolo munta/cala sempre a picco sulla forra. Alle grange Autaret (2554 m) tralasciate le indicazioni per il colle di Bellino, il sentiero mantiene per un po' la direzione, puntando verso il monte Maniglia e compiendo poi un ampio curvone verso destra in modo da diluire la salita al colle Autaret (2880 m), ben in vista sul crestone di confine. In questo tratto risaliamo un apertissimo vallone su belle tracce in buona parte ciclabili, e solo gli ultimi metri prima del valico ci costringono all'immancabile "poussage".
Non contenti, risaliamo a destra l'evidente ripida traccia di cresta che in mezz'oretta conduce alla Tete de l'Autaret fermandosi sull'anticima (2957 m).
Tornati al colle la vista si spalanca sul Vallon de Chabriére, laggiù la nostra traccia...
Scendiamo i primi 200 m di quota su un bel ripidone di fine detrito, fattibile con un buon fuorisella, poi ci si distende verso il pianoro dove perdiamo un'altra mezzoretta ad aspettare il transito di un gregge di pecore, guardato a vista da inflessibili cagnoni bianchi che abbaiano un inequivocabile "No pasaran!" a quegli ennesimi bipedi sferraglianti...
Superato il gregge ci lasciamo andare in piena goduria sulla traccia nel pianoro, in lieve filante discesa, poi affrontiamo un tratto molto sassoso di fronte alla Bergerie de Chabriére e, mantenendoci sul lato sinistro del rio, superiamo tratti franati e scomode pietraie (il vecchio sentiero sul lato destro da notizie recenti risulta messo ancora peggio e decisamente pericoloso ... chi ha notizie a riguardo si faccia sentire!). Alla fine una piccola risalita ci porta tra gli alberi e la traccia diventa un magico sentierino, perfetto e liscio, che in pochi, troppo pochi minuti, ci scodella al ghiaione del Plan de Parouart (2060 m).
Attraversiamo il pianoro verso destra e ci congiungiamo vicino a un bel ponticello di legno al sentiero proveniente da Maljasset. Si risale ora l'alto corso dell'Ubaye, spingendo su un sentiero franoso ed esposto che però presto spiana in un boschetto. Manteniamo il versante (indicazione: Longet/Rubren) e attraversiamo un vasto pianoro detritico fino a un altro ponticello (2196 m) che ci lasciamo sulla sinistra: si sale sul serio!
La traccia rimonta ripida poi svolta a destra ridiventando pedalabile e si infila nell'immenso Vallon de Rubren fino a raggiungere un'antica cava di marmo verde e la Cabane de Rubren (2448 m). Tuona e pioviggina, così chiediamo riparo al padrone di casa, il mitico Gérard che trascorre l'estate quassù in compagnia dei suoi cani e delle sue pecore di origine greca. Un po' di chiacchere, un tè memorabile offerto dalla casa e siamo di nuovo pronti...
Dalla capanna, che il prossimo anno festeggerà i 200 anni dalla costruzione (e in inverno è un ottimo punto di appoggio sempre aperto...) il sentiero scende al rio, lo attraversa e risale molto faticosamente per una piccola impervia forra.
Verso i 2600 m il paesaggio si riapre e scorrazziamo sui pratoni dell'alto vallone con un sentiero assente sulle carte ma abbastanza ben tracciato e segnalato da numerosi ometti. Il Mongioia e relativo passo sono lì davanti a noi e fino alla base della pietraia terminale si sale agevolmente, con una pedalabilità quasi totale per quelli che "hanno la gamba". Un ultimo faticoso portage e raggiungiamo il passo Mongioia (3085 m) col vicino bivacco Boerio (3094 m), recentemente costruito in riva al lago più alto delle Alpi occidentali ... sembra di essere sulla Luna!!!
Si è fatto tardi, le nubi si addensano, la discesa è lunga... molto lunga...
Dal colle troviamo le tacche rosse del sentiero U27 che seguiremo fedelmente in tutto il suo sviluppo... ma che sviluppo!!!
Subito si mettono le cose in chiaro con una cengia da scendere in disarrampicata, ma sono pochi metri ... poi attraversiamo una spettacolare balconata a picco sul Varaita di Rui. Perdiamo 150 m su tornanti al limite e anche un po' oltre, poi un altro aereo traverso e un impressionante passaggio tra le rocce ci scodellano sugli inclinati pratoni, oggi molto arricchiti di sostanze azotate, verso le grange Fons di Rui (2450 m). Il sentiero diventa un sentierone e compie un interminabile, facile mezzacosta a piccoli saliscendi tra grange arroccate, una più bella dell'altra, fino al cospetto del gigantesco pietrone di Rocca Senghi. Arrivati... o quasi...
Il finale della gita si svolge su arrotondati tornantoni, molto scavati e resi fangosi dal temporale appena passato. I cinghiali sguazzano nel loro habitat ideale tra ululati di piacere, gli amanti del "dry" soffrono un po' di più e all'ora di cena ci troviamo tutti alla base pronti a ripulire ciclisti e mezzi...
Prima del lungo viaggio di ritorno in auto, ci tocca riscuotere la bevuta omaggio, lautamente guadagnata ... una breve ricerca nei bar di Piasco e finalmente possiamo dire: "missione compiuta!"
woof & Bobo
Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:
Dati del giro:
Anello Sant'Anna di Bellino - Grange Autaret - Colle Autaret - Plan de Parouart - Cabane de Rubren - Passo Mongioia - Sant'Anna
Presenze: Bobo, Roberto, Wild, The President, Adelasia Dreaming, Walter
Quota di partenza: 1850 m (Sant'Anna)
Quota Max: 3094 m (bivacco Boerio)
Disl.: 2300m
Ciclabilità salita: 45%
Ciclabilità discesa: 85%
Difficoltà: BC+/OC
Sviluppo: 33 km
- Aggiornamenti - Varianti - Sentieri associati
1 commento:
Ecco una gita di grandi bikers !
Il settore è purtroppo fatto per il mountainbike.
Posta un commento