L'itinerario è stato da noi recensito sulla rivista Alpidoc N°72 di dicembre 2009
Già notevole come sviluppo e dislivello, questo itinerario per bikers "duri" comprende 10 km di sterrato e la bellezza di 21 km di sentieri tecnici, con discese al limite della tenuta alternate a spettacolari traversi... ma al di là degli aspetti tecnici valgono gli sconfinati panorami e il fantastico ambiente degli angoli più veri del Parco del Beigua.
"Sconfinati panorami"Già notevole come sviluppo e dislivello, questo itinerario per bikers "duri" comprende 10 km di sterrato e la bellezza di 21 km di sentieri tecnici, con discese al limite della tenuta alternate a spettacolari traversi... ma al di là degli aspetti tecnici valgono gli sconfinati panorami e il fantastico ambiente degli angoli più veri del Parco del Beigua.
Bobo & woof
Si parte da Cogoleto, lasciando l'auto all'inizio della strada per Sciarborasca (sottopassaggio ferroviario, parcheggi nei dintorni), e si rimonta su tranquille stradine asfaltate a Prato Zanino, poi in vista di Sciarborasca si svolta a sinistra (strada a senso unico) per via al Deserto. A una selletta tra le ultime case si prosegue in discesa nella fresca valle del torrente Arrestra e si perde un po' di quota andando a superare due guadi in cemento. Una breve salita ci porta al Convento del Deserto (282 m) e continuiamo a salire tra i boschi, aggirando la testata del vallone e sbucando al Passo del Muraglione (394 m), sulla "via normale" del Beigua.Proseguiamo verso destra e al primo quadrivio prendiamo una qualsiasi delle due strade a destra, fino alla chiesa delle Faie (482 m). Inequivocabilmente per via Prato Rotondo percorriamo l'ultimo asfalto della giornata e ci alziamo progressivamente sullo sterratone che con pochi tornanti e interminabili traversoni punta verso il Monte Sciguelo: i panorami si aprono sui paesi della costa, sulla rada di Savona-Vado e come in questa giornata sulle nostre Alpi innevate. La fioritura incipiente di violette e tromboni non guasta!
La strada, ottimamente rimessa a posto, sbuca sull'ampio pianoro del Pra Riundu e sfiora la "civiltà" al rifugio omonimo (1100 m), ma noi, dopo una veloce concessione a un gelato e una fetta di torta, svoltiamo a destra (sbarra) puntando verso il mare e innestandoci sull'Alta Via dei Monti Liguri, che ci terrà compagnia per un po'.
Fino alla selletta del monte Rama è tutto scorrevole e ci godiamo la spettacolare balconata sulle Riviere e sulle Alpi (oggi niente Corsica, peccato!), poi l'Alta Via svolta bruscamente a sinistra infilandosi in una rada pineta e la ciclabilità diventa appannaggio dei migliori. Qualche pezzetto a spinta e siamo alla massima quota, la poco evidente Rocca Fontanaccia (1166 m), da cui il sentiero scende con un divertente tratto tecnico nel bosco (attenzione ai pietroni!).
Il monte Rama dal Passo Pian di LercaLa salita termina al rifugio recentemente ricostruito sull'anticima Nord, e dopo quattro ore una pausa ci vuole!
Proprio davanti al rifugio parte un sentierino (segnavia: calice e 3 pallini rossi) che traversa a sinistra e scende ripido nei prati fino a una piccola costruzione, sotto la quale la Fonte Fasciun offre abbondante refrigerio anche nelle stagioni più aride!
Adesso prendiamo a sinistra e, sempre seguendo i segnavia, ci imbarchiamo in un infinito traverso che costeggia le pendici meridionali dei monti Vaccheria e Reixa superando tanti valloni da perdere il conto, sempre però ben ciclabile e poco esposto.
Alla Fonte Leone (858 m), in un'idilliaca radura, scendiamo un tornantino e all'unico bivio prendiamo il sentiero in discesa (segnavia: V bianca) che in breve porta alla vasca antincendio. Mantenendosi sul sentiero principale, con una poco invitante risalita, avremmo invece raggiunto il passo della Gava, da cui facilmente si scende alla vasca (717 m).
La discesa ora coincide col precedente itinerario della Gava: taglio, raccordo sul sentierone di Sant'Anna e volata fino al roccione del Groppo, poi, mantenendo la traccia più in discesa, al saltino dove il sentiero diventa più scorrevole (476 m).
A questo punto però svoltiamo decisamente a destra (indicazione per i Ruggi) ed entriamo nello spettacolare sistema di vie d'acquedotto che costellano questa parte di valle. Si tratta di una serie di sentieri magistralmente tracciati e di pendenza minima, su più livelli collegati da discese a volte mozzafiato, a volte impraticabili, di cui oggi abbiamo esplorato una piccola parte.
Prendiamo dunque la via dei Ruggi e la seguiamo con attenzione per i tratti esposti, fino a superare alla testata del vallone due spettacolari ponticelli dalle ringhiere basse, molto basse... non guardate sotto... Dopo il secondo ponte superiamo un'opera di presa (443 m) e il sentiero diventa impegnativo, molto stretto e fiancheggiato a destra da rocce incombenti.
Qualche salita è sicuramente da fare a spinta, ma anche i tratti pianeggianti richiedono estrema attenzione!
Dopo una rampa in discesa il sentiero compie un tornante. Lasciamo a destra, pronto per la prossima uscita, il celebre "sentiero dell'Ingegnere" e piombiamo con pendenza estrema nella pineta al Passo du Figu (che in realtà e un guado - 356 m) e al vicino Lago da Tina, splendida vasca naturale di acque blu e profonde.
Attraversato il rio ci attende un altro traverso dove però predominano le salite... Percorriamo così un paio di km, il fondo migliora e termina con un bellissimo tratto nel bosco, fino a un cartello pochi metri prima del passo dell'Agueta (345 m).
Potremmo scendere ad Arenzano ma non ne abbiamo ancora abbastanza! Scendiamo ancora a destra per una ex-sterrata, completamente distrutta, che perde violentemente quota passando presso diversi ruderi. Possiamo seguire le diverse tracce senza percorso obbligato, con la certezza che prima o poi ci innestiamo sulla stupenda via d'acquedotto che proviene da Ponte Negrone e costeggia tutta la valle con percorso rilassante, dal fondo perfetto (190 m). Non ci resta che seguire il sentiero verso valle fino al suo termine dove, in località Gazo, troviamo dopo tanto tempo il nero nastro bituminoso (145 m).
Scendiamo in direzione dell'ospedale e usciamo sull'Aurelia, a pochi metri dal casello autostradale, per affrontare il tratto più pericoloso del giro nei 4 km scarsi che ci separano da Cogoleto...
woof
Per scaricare la traccia GPS (in formato GPX) e vedere la mappa del percorso clicca su:
Dati del giro:Anello Cogoleto - Faie - Pra Riondo - Rifugio Argentea - Passo della Gava - Ruggi - Tina - acquedotto Negrone - Arenzano - Cogoleto
Presenze: Bobo, Roberto
Quota di partenza: 4 m (Cogoleto)
Quota Max: 1166 m (Rocca Fontanassa)
Disl.: 1550 m
Ciclabilità salita: 99%
Ciclabilità discesa: 99%
Difficoltà: BC/OC
M2-T3-E1
Sviluppo: 49 km
- Aggiornamenti - Varianti - Sentieri associati
11 Ottobre 2013 - Monte Reixa - Sambuco - Fabbriche
7 Dicembre 2012 - Giro del Monte Reixa
23 Novembre 2008 - P.so Gava - L.Tina - P.te Negrone
24 Febbraio 2008 - Passo della Gava
1 commento:
Percorso effettuato il 18.05.2011, stupendo anello a due passi dal mare dove sembra di essere nelle vere montagne: un ottimo modo per "giustificare" la giornata di ferie.
Variante alternativa seguendo un local durante la sua uscita classica.
Alcuni scatti: https://picasaweb.google.com/maxgastaldi/ParcoDelBeiguaEZonaNegroneSciarborascaGE
Posta un commento